Priming: Cos’è e perché è fondamentale nel Marketing
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Come fare a rimanere i numeri uno nel mercato? Provando ogni giorno a fare qualcosa di nuovo: un nuovo programma radiofonico, nuovi stili di produzione editoriale, scovando nuovi artisti, sviluppando progetti tecnologici innovativi. Faticoso, ma molto, molto divertente!
Priming: Cos’è e perché è fondamentale nel Marketing
La psicologia fornisce informazioni sul comportamento umano utili a raffinare le strategie comunicative dei Brand e renderle massimamente efficaci.
Gio, 21/07/2016 - 15:50
La comunicazione di Brand e prodotti si confronta costantemente con una sfida che è necessario affrontare: arrivare con chiarezza e massima efficacia ai potenziali clienti, in modo da cogliere la loro attenzione e soprattutto essere ricordati. Su questo principio si basano le strategie volte a creare engagement con la propria clientela, raccontando sempre di più un marchio a 360° e superando il paradigma della pubblicità come semplice veicolo di un messaggio commerciale. In questo campo particolarmente affascinante ma anche spinoso, la psicologia e il neuromarketing vengono in aiuto di chi ha la necessità di interpretare in chiave moderna la propria comunicazione. In particolare, un meccanismo da analizzare è il priming.
Di cosa si tratta? Di un processo che prende il nome dal verbo inglese “to prime”, inteso come “innescare”. Il concetto è semplice: una forte e costante esposizione ad uno stimolo, genera grande influenza su un individuo, soprattutto nel caso di ripetuti richiami. Determinati concetti vengono “salvati” nella nostra memoria e fungono da amplificatore nel momento in cui vengono riattivati. Questo è dato dalla struttura stessa del nostro cervello, caratterizzata da connessioni neuronali che da un punto di attivazione possono distribuire un messaggio alle zone vicine… ecco spiegato l’innesco del priming.
Come lavorare a una comunicazione che sfrutti questo meccanismo a metà tra consapevolezza e inconscio?
Serve conoscere gli elementi capaci di incidere sul processo, come ad esempio l’uso dei colori, ottimi per innescare emozioni e ancorare un concetto a un ricordo che si sedimenterà nella memoria. È fondamentale anche l’uso delle parole, per mettere a fuoco le caratteristiche di un prodotto, ma anche per costruire legami con il mondo emotivo, ad esempio attraverso le metafore.
Arriviamo poi ai formati più importanti: le immagini, i video e l’audio fungono da input per un messaggio che viene proposto a un ascoltatore e nel momento in cui si pone l’attenzione sulla ricorrenza di determinati elementi si può dare inizio a un processo di priming che diverrà sempre più forte con la ripetizione dell’esposizione. In questo senso, comunicare in modo perfettamente integrato con i vari canali sensoriali di un cliente risulta essere la scelta migliore. In questo modo abbiamo la possibilità di veicolare un messaggio estremamente ricco di elementi capaci di “innescare” l’emotività e la disposizione a memorizzare dell’ascoltatore.
Questa è la chiave per superare la semplice comunicazione di prodotto, per andare verso un linguaggio più profondo e performante.
Di cosa si tratta? Di un processo che prende il nome dal verbo inglese “to prime”, inteso come “innescare”. Il concetto è semplice: una forte e costante esposizione ad uno stimolo, genera grande influenza su un individuo, soprattutto nel caso di ripetuti richiami. Determinati concetti vengono “salvati” nella nostra memoria e fungono da amplificatore nel momento in cui vengono riattivati. Questo è dato dalla struttura stessa del nostro cervello, caratterizzata da connessioni neuronali che da un punto di attivazione possono distribuire un messaggio alle zone vicine… ecco spiegato l’innesco del priming.
Come lavorare a una comunicazione che sfrutti questo meccanismo a metà tra consapevolezza e inconscio?
Serve conoscere gli elementi capaci di incidere sul processo, come ad esempio l’uso dei colori, ottimi per innescare emozioni e ancorare un concetto a un ricordo che si sedimenterà nella memoria. È fondamentale anche l’uso delle parole, per mettere a fuoco le caratteristiche di un prodotto, ma anche per costruire legami con il mondo emotivo, ad esempio attraverso le metafore.
Arriviamo poi ai formati più importanti: le immagini, i video e l’audio fungono da input per un messaggio che viene proposto a un ascoltatore e nel momento in cui si pone l’attenzione sulla ricorrenza di determinati elementi si può dare inizio a un processo di priming che diverrà sempre più forte con la ripetizione dell’esposizione. In questo senso, comunicare in modo perfettamente integrato con i vari canali sensoriali di un cliente risulta essere la scelta migliore. In questo modo abbiamo la possibilità di veicolare un messaggio estremamente ricco di elementi capaci di “innescare” l’emotività e la disposizione a memorizzare dell’ascoltatore.
Questa è la chiave per superare la semplice comunicazione di prodotto, per andare verso un linguaggio più profondo e performante.