I Retail Trends al tempo della Generation Z
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Come fare a rimanere i numeri uno nel mercato? Provando ogni giorno a fare qualcosa di nuovo: un nuovo programma radiofonico, nuovi stili di produzione editoriale, scovando nuovi artisti, sviluppando progetti tecnologici innovativi. Faticoso, ma molto, molto divertente!
I Retail Trends al tempo della Generation Z
Se il 2020 ha "spaccato" il settore in un'analisi pre e post lockdown, le caratteristiche dell'esperienza in store stanno sempre più adattandosi ai comportamenti delle nuove generazioni. Sfatiamo qualche mito sulla Generazione Z e impariamo a conoscere il consumatore di oggi e domani.
Wed, 09/30/2020 - 12:00
La pandemia e il lockdown hanno impattato anche sulle abitudini di consumo, lasciando in alcuni casi dei segni, dei trend che rimarranno anche quando la crisi globale sarà finita. Ecco perchè oggi c'è grande interesse nel capire la direzione da prendere per sfruttare al massimo i canali digitali e adattare i touch point fisici alle nuove esigenze degli utenti. Gli store sono rimasti un punto di riferimento soprattutto per il primo acquisto o anche come luogo dove fare esperienza di brand e prodotti. Quello che è cambiato è l'accento sulla sicurezza, con la massima attenzione alla qualità della visita in negozio, non solo in termini di ottimizzazione degli spazi espositivi, ma anche di igiene e gestione dei flussi di visitatori. A questo aspetto si accompagna una netta accelerazione sul piano della digitalizzazione del punto vendita, sempre più connesso e in grado di riflettere le caratteristiche dell'ambiente online o mobile, apprezzato dagli utenti.
L'evoluzione post lockdown ha quindi caratteristiche ben definite, ma serve conoscere le diverse generazioni di consumatori per connetersi nel modo più efficace al proprio target.
Ecco allora che la Generazione Z, quella dei nati tra la fine dei '90 e il 2010, emerge dagli studi di settore come una realtà spesso fraintesa, che più di tutti inciderà sulle nuove tendenze online e offline.
Da puri "nativi digitali", gli utenti Z vengono da sempre descritti come costantemente connessi, molto sbilanciati sull'e-commerce e sull'accesso, più che sul possesso di un prodotto o servizio. I dati sembrano però smentire questo mito, tanto che l'interesse per il fisico, per l'oggetto da acquistare è molto simile a quello manifestato dai baby boomer. I canali digitali vengono frequentati dalla generazione Z, senza però rinunciare al valore dello store, perchè questo target ha un grande interesse per l'esperienza, per la dimensione tattile dei prodotti. Questa concretezza la ritroviamo anche in altri aspetti, piuttosto sorprendenti: la generazione Z è abituata agli acquisti online ma offline non è particolarmente interessata alle transazioni cashless. In più, i giovani consumatori si dimostrano più attenti alle offerte, restando disposti ad aspettare una promozione, piuttosto che effettuare un acquisto impulsivamente.
A questa attenzione alla convenienza, si unisce però una maggiore sensibilità a temi sociali, dimostrando disponibilità a spendere di più per acquistare da realtà locali, indipendenti e sopratutto per premiare prodotti eco-friendly.
Tutte informazioni importanti per definire la direzione da prendere in una fase che dovrà trasformare la crisi in una ripresa, in un'occasione per introdurre tutte quelle novità tecnologiche ma anche di mindset per costruire l'architettura del Retail del prossimo futuro. E uno degli aspetti più rilevanti per essere premiati dai consumatori, è proprio conoscere i propri clienti, sia come espressione di una generazione, sia come utenti che vivono la dimensione in store.
L'evoluzione post lockdown ha quindi caratteristiche ben definite, ma serve conoscere le diverse generazioni di consumatori per connetersi nel modo più efficace al proprio target.
Ecco allora che la Generazione Z, quella dei nati tra la fine dei '90 e il 2010, emerge dagli studi di settore come una realtà spesso fraintesa, che più di tutti inciderà sulle nuove tendenze online e offline.
Da puri "nativi digitali", gli utenti Z vengono da sempre descritti come costantemente connessi, molto sbilanciati sull'e-commerce e sull'accesso, più che sul possesso di un prodotto o servizio. I dati sembrano però smentire questo mito, tanto che l'interesse per il fisico, per l'oggetto da acquistare è molto simile a quello manifestato dai baby boomer. I canali digitali vengono frequentati dalla generazione Z, senza però rinunciare al valore dello store, perchè questo target ha un grande interesse per l'esperienza, per la dimensione tattile dei prodotti. Questa concretezza la ritroviamo anche in altri aspetti, piuttosto sorprendenti: la generazione Z è abituata agli acquisti online ma offline non è particolarmente interessata alle transazioni cashless. In più, i giovani consumatori si dimostrano più attenti alle offerte, restando disposti ad aspettare una promozione, piuttosto che effettuare un acquisto impulsivamente.
A questa attenzione alla convenienza, si unisce però una maggiore sensibilità a temi sociali, dimostrando disponibilità a spendere di più per acquistare da realtà locali, indipendenti e sopratutto per premiare prodotti eco-friendly.
Tutte informazioni importanti per definire la direzione da prendere in una fase che dovrà trasformare la crisi in una ripresa, in un'occasione per introdurre tutte quelle novità tecnologiche ma anche di mindset per costruire l'architettura del Retail del prossimo futuro. E uno degli aspetti più rilevanti per essere premiati dai consumatori, è proprio conoscere i propri clienti, sia come espressione di una generazione, sia come utenti che vivono la dimensione in store.