Il nuovo volto dei negozi parte dalle emozioni.
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Il nuovo volto dei negozi parte dalle emozioni.
Riconoscere lo stato emotivo dei visitatori, per valutarne la customer experience e prevederne i bisogni. Con i nuovi sistemi di Face Recognition, è possibile.
Mon, 09/11/2017 - 14:53
Dalla realtà virtuale ai dispositivi wearable, ora l’attenzione si è spostata sui sistemi di rilevazione dello stato emotivo. Queste tecnologie cambieranno il modo di comunicare, interagire e proporre prodotti all’interno di un negozio, “mettendo in contatto” brand e clienti in modo nuovo e stimolante.
La finalità è portare i vantaggi della misurazione nei punti vendita, superando un profilo meramente quantitativo ed immagazzinando informazioni utili a valutare la customer experience degli utenti. Ecco perché “leggere” le emozioni può far la differenza: le reazioni nascoste da migliaia di micro-movimenti del viso permettono di portare alla luce feedback su prodotti, promozioni, servizi, ambienti ed esperienze che resteranno nella memoria dei clienti. Non solo: a partire da una conoscenza approfondita e profonda delle sensazioni del target, sarà possibile adattarsi e disporre l’offerta In Store in perfetta sintonia con le aspettative presenti (e future) dei clienti.
Esistono criticità nell’implementare questo tipo di sistemi? I primi Case Study stanno fornendo informazioni utili ad affinare uno strumento dalle potenzialità mai viste prima.
Un primo punto di riflessione è legato a questioni culturali. Immaginiamo di portare il riconoscimento facciale in una catena internazionale di negozi. In paesi con tradizioni diverse, allo stesso stimolo corrisponderanno reazioni differenti. Questo aspetto deve essere considerato, nel momento dell’analisi ed elaborazione dei dati raccolti, per pianificare un adattamento della comunicazione ai diversi paesi ai quali ci si rivolge.
Altro punto di fondamentale importanza è la modalità di fruizione dei contenuti In Store: i media possono veicolare informazioni ad alto contenuto emotivo, ma per rilevare il grado di coinvolgimento del target, sarà necessario posizionare telecamere per “immortalare” le espressioni, considerando diverse inquadrature e livelli di luminosità ambientale.
Infine, per dotare i negozi di sistemi di face recognition, sarà necessario affrontare tematiche legate alla tutela della privacy e permessi di immagazzinare fotografie che ritraggono i visitatori.
Tutti argomenti che il Retail sta affrontando, con Solution Provider che forniscono soluzioni dedicate per portare nei negozi strumenti avanzati di rilevazione. Quel che è certo, è che la strada aperta dalle nuove tecnologie permette di portare ulteriore valore nell’esperienza di shopping dei clienti: alla possibilità di comprendere al meglio i bisogni e le aspettative del target, si aggiunge la potenzialità di modulare i contenuti In Store in modo dinamico, in base al pubblico presente in negozio.
La finalità è portare i vantaggi della misurazione nei punti vendita, superando un profilo meramente quantitativo ed immagazzinando informazioni utili a valutare la customer experience degli utenti. Ecco perché “leggere” le emozioni può far la differenza: le reazioni nascoste da migliaia di micro-movimenti del viso permettono di portare alla luce feedback su prodotti, promozioni, servizi, ambienti ed esperienze che resteranno nella memoria dei clienti. Non solo: a partire da una conoscenza approfondita e profonda delle sensazioni del target, sarà possibile adattarsi e disporre l’offerta In Store in perfetta sintonia con le aspettative presenti (e future) dei clienti.
Esistono criticità nell’implementare questo tipo di sistemi? I primi Case Study stanno fornendo informazioni utili ad affinare uno strumento dalle potenzialità mai viste prima.
Un primo punto di riflessione è legato a questioni culturali. Immaginiamo di portare il riconoscimento facciale in una catena internazionale di negozi. In paesi con tradizioni diverse, allo stesso stimolo corrisponderanno reazioni differenti. Questo aspetto deve essere considerato, nel momento dell’analisi ed elaborazione dei dati raccolti, per pianificare un adattamento della comunicazione ai diversi paesi ai quali ci si rivolge.
Altro punto di fondamentale importanza è la modalità di fruizione dei contenuti In Store: i media possono veicolare informazioni ad alto contenuto emotivo, ma per rilevare il grado di coinvolgimento del target, sarà necessario posizionare telecamere per “immortalare” le espressioni, considerando diverse inquadrature e livelli di luminosità ambientale.
Infine, per dotare i negozi di sistemi di face recognition, sarà necessario affrontare tematiche legate alla tutela della privacy e permessi di immagazzinare fotografie che ritraggono i visitatori.
Tutti argomenti che il Retail sta affrontando, con Solution Provider che forniscono soluzioni dedicate per portare nei negozi strumenti avanzati di rilevazione. Quel che è certo, è che la strada aperta dalle nuove tecnologie permette di portare ulteriore valore nell’esperienza di shopping dei clienti: alla possibilità di comprendere al meglio i bisogni e le aspettative del target, si aggiunge la potenzialità di modulare i contenuti In Store in modo dinamico, in base al pubblico presente in negozio.